La Crocetta di Quarto Cagnino

Queste opere, comunemente note come “crocette”, fanno parte della tradizione ambrosiana sin dai primi secoli di propagazione del cristianesimo nelle campagne per invocare la benedizione sui campi e sul raccolto oppure, quando poste nelle piazze o nei principali incroci di città e villaggi, per proteggere pellegrini e viandanti. Altre antiche crocette, con caratteristiche tra loro differenti, poste nelle vicinanze e visibili ancora oggi, si trovano in piazza De Angeli, un tempo importante crocevia e sede dell'antico borgo de La Maddalena e nei centri di Cinisello, Lucernate, Nerviano, Rho e Vittuone, solo per citare i più vicini. Relativamente alla Crocetta di Quarto Cagnino non disponiamo di documenti che attestino l’epoca della fabbricazione e della consacrazione o che ne definiscano la committenza e le ragioni della sua installazione. A causa della scarsità di documentazione storica, si sono originate diverse tradizioni: secondo una di queste, potrebbe essere stata ricostruita nel 1746 in sostituzione di una crocetta eretta durante le pestilenze borromaiche del Cinque-Seicento. Un’alternativa sostiene che potrebbe rappresentare un segno sacro legato a un cimitero o a un lazzaretto. In un’altra la sua funzione sarebbe quella di commemorare un evento dell’epoca, come una delle pestilenze del Settecento, la peste bovina del 1745, o un fatto rilevante per un personaggio di Quarto Cagnino.

L’unico elemento che accomuna tutte queste versioni è la data, chiaramente incisa sul basamento. Nel contesto del fervore episcopale promosso dall’arcivescovo Pozzobonelli, si colloca anche l'inizio della lunga pace Teresiana, avviata con la cacciata degli spagnoli proprio nel 1746. Non è quindi difficile ipotizzare che l'erezione della Crocetta possa essere stata favorita quale segno votivo per la fine di un lungo periodo bellico che aveva prostrato il Ducato di Milano. Nel 1747 le crocette erette nella città e nei Corpi Santi di Milano erano 39, mentre quelle sparse nelle sei regioni della diocesi erano 137. Vent’anni dopo il potere civile austriaco dispose l'abolizione delle immagini sacre e degli altari sulle strade pubbliche considerate di ingombro al traffico cittadino. La Crocetta di Quarto Cagnino si è salvata e da segno prettamente religioso si è trasformato in una presenza memoriale come ci tramandano i racconti raccolti tra gli abitanti o le prime fotografie risalenti alla prima metà del XX secolo. Proprio qui si incontravano i contadini dopo le lunghe giornate nei campi per un momento conviviale e, in estate, ci si sedeva attorno alla Crocetta per sgranare il granturco. Su questa piazzetta si affacciava anche la bottega del Giacomin, detto il ferrascin, ovvero Giacomo Gervasoni, maniscalco e fabbro ferraio. Nel 1979, nonostante il suolo fosse di proprietà comunale, un’iniziativa abusiva condotta da un privato aveva posto la Crocetta dietro una fitta staccionata in legno. Solo grazie all'affetto e all’attenzione della comunità locale e l’intervento delle istituzioni, nel 1985, il simbolo è stato liberato e lo slargo riqualificato per essere consegnato alle future generazioni.

Testo a cura di Giorgio Uberti